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A pesca con l'esperto

Pesca alle Orate! #2

Tecnica di pesca alle orate

Tecnica di pesca alle orate

Ecco la seconda parte della nostra caccia alle orate, dalla realizzazione dei finali alla tecnica di pesca in mare.

La realizzazione dei finali per le orate

pesca orate finale schizzo 02Ci sono determinati finali che assolvono egregiamente le funzioni richieste per catturare le orate. Uno di questi è quello efficacissimo e consolidato nel bolentino specifico, che utilizza il piombo scorrevole di varia grammatura a seconda della corrente e della profondità di lavoro. Lo scorrimento del piombo è assicurato: o da una semplice girella, infilata nel capo della lenza madre, collegata al piombo stesso da uno piccolo spezzone di nylon a “perdere”, oppure da una “pipetta” Antitangle di misura variabile da 50/70mm. Questo accorgimento tecnico, consente di ridurre eventuali imbrogli di lenza. Nell’uso di questo finale, la girella con il piombo scorrevole, deve battere sull’altra girella, alla quale viene fissato il finale vero e proprio in fluorocarbon, lungo dai 2 ai 3 metri circa, provvisto di un amo ad occhiello tipi beak ad artiglio d’aquila, variabile dal N°2 – 1 – 1/0 – 2/0. Anche in questo caso, per ridurre eventuali fastidiosi imbrogli di lenza, è consigliabile utilizzare un altro accorgimento tecnico, che consiste nel praticare una “brillatura” di circa 15/20 cm. Nella pesca al Light Drifting, invece, il piombo non è scorrevole, e viene inserito, fissandolo, nel punto vicinissimo alla girella, dalla quale poi, parte il finale con l’amo. Naturalmente, se si pesca a Light Drifting, la zavorra è notevolmente ridimensionata, si parla di 0,5 fino a pochissimi grammi di piombo, per consentire di far scendere lentamente la lenza: o in corrente a mezz’acqua o nei pressi del fondo.

pesca orate finale schizzo 01Un altro finale molto in uso, è quello tipo bolentino classico, con il montaggio di due braccioli disposti a bandiera. Questo “armamento” specifico, è indicato là dove si presume vi siano pesci di taglia. In effetti, la scelta della lenza madre, sarà dello 0,35 ed il trave di uno 0,40/0,45mm in fluorine, dal quale si staccheranno i due braccioli in fluorocarbon dello0,28/ 0,33/0,37 lunghi rispettivamente cm 90/100 ciascuno. Il trave avrà le perline di fermo e le asole, tutte incollate e i braccioli dovranno essere fissati “a girare” con degli snodi di aggancio/sgancio rapido tipo Clip Beads della Stonfo o i Grizzly e Vertigo della Tubertini. Gli ami saranno gli stessi già citati e la zavorra sarà unica finale variabile, da circa 100/130 grammi, fino a 180/200 grammi, in riferimento alla corrente marina presente nella zona di pesca.

La tecnica

pesca orate 04Si porta la nostra imbarcazione nello Spot da noi conosciuto, altrimenti, si attiva il Sonar e si scandaglia bene la zona interessata. Un consiglio. È bene insistere nella verifica del fondale, scandagliando a più riprese, e analizzando con attenzione che cosa ci mostra il display: se vi sono dei banchi di pesce, la cui identità è sconosciuta, per piazzarvi l’ancora e provare in quel punto x. E’ meglio avere pazienza e perdere del tempo prezioso a localizzare i pesci, che rischiare di prendere dei sonori cappotti, ancorandoci a caso. Tuttavia, non è detto di poter trovare i pesci dalla banda d’oro. Anche in questo caso la Dea Bendata avrà una certa importanza non trascurabile. Ipotizzando di aver trovato un punto a noi congeniale, confermato dal Sonar con delle marcature interessanti, molliamo l’ancora e iniziamo l’opera di pasturazione attraverso il pasturatore cilindrico della Stonfo o qualcosa di similare, nel cui interno avremo inserito dei piccolissimi tocchetti di sardina. Dopo aver gettato un certo quantitativo di questo prodotto, ma non troppo, altrimenti i pesci si sazieranno, iniziamo a montare le canne ed iniziamo a pescare. Una canna la piazzeremo con il piombo scorrevole. pesca orate 05Con poca corrente, 80/100 grammi sono più che sufficienti, altrimenti potenzieremo la zavorra. L’innesco sarà costituito da metà sardina, ben cucita, con l’amo che deve trapassare il pesce lasciando la punta di fuori. In questo caso, possiamo tenere la canna in mano, oppure inserirla nel porta canne. Quando l’orata afferra l’esca, la sente morbida, la ingoia e parte. Simultaneamente, il vettino farà una leggera flessione con una filata decisa. A questo punto è bene sollevare la canna ed imprimere una energica ferrata e … pronti per il combattimento! Tuttavia, non sempre il pesce si alimenta in modo così deciso. Spesso e volentieri, il vettino ci segnalerà delle piccole tocche, a volte impercettibili: è lei che mastica la sardina sul fondo. In quel preciso istante, dopo 5 o 6 tocchetti, è ben provare a fornire un bella ferrata per agganciare il pesce. Di solito, ci riusciamo e … via in combattimento! Quando le orate mangiano in questo modo, conviene utilizzare il bolentino classico a due ami con i braccioli lunghi 80/100 cm. Con quest’ultimo finale, a volte faremo anche la doppietta! Che emozione! Con pesci anche di taglia di 5/6 chilogrammi!
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